Il Consiglio nazionale della categoria ribadisce le sue richieste: immediata comunicazione di una proroga lunga dei termini, sospensione delle sanzioni, possibilità di correzione di errori o ritardi
di M. Par.
Portale dell’Agenzia delle Entrate a tratti bloccato, farraginoso e di fatto inutilizzabile quando si supera la soglia di un centinaio di clienti e fornitori. File scartati senza che il sistema ne comunichi agli intermediari la motivazione, campi dati non adattabili ai clienti e/o fornitori esteri. Sono alcuni dei perduranti problemi legati allo spesometro segnalati dal Consiglio nazionale dei commercialisti, a meno di due giorni dalla scadenza dell’adempimento, fissata al 5 ottobre.
“Ancora oggi – spiegano i due delegati alla fiscalità del Consiglio nazionale della categoria, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal – riceviamo dai colleghi di tutta Italia segnalazioni di difficoltà tecniche riscontrate con il sito delle Entrate. E’ evidente come, a meno di due giorni ormai dalla scadenza dei termini per l’adempimento, la situazione, dopo il caos dei giorni scorsi, sia tutt’altro che ritornata alla normalità. I nostri colleghi – denunciano Gelosa e Postal – lavorano da oltre un mese a questo adempimento in un quadro surreale di incertezza e frustrazione”.
“Con l’approssimarsi della scadenza del 5 ottobre – proseguono i due rappresentanti dei commercialisti – è estremamente probabile che si vada verso un ingorgo del sistema. Proprio in questa prospettiva, appare ogni minuto più incredibile che non sia ancora arrivata una parola chiara e definitiva da parte dell’esecutivo. Ribadiamo quello che chiediamo ininterrottamente da giorni: immediata comunicazione di una proroga lunga dei termini, sospensione delle sanzioni, possibilità di correzione di errori o ritardi. Dopodiché – concludono Gelosa e Postal – questa vicenda, per come è stata gestita, per il caos che ha generato a tutti i livelli, per i costi indotti sul sistema economico probabilmente superiori al gettito che genererà per lo Stato, deve imporre una riflessione seria e oggettiva sull’istituto dello spesometro che, a nostro avviso, non può che essere completamente rivalutato e ripensato, anche a livello politico”.